Le Farfalle sono come le Stelle, pezzi di Cielo che volano nella Notte infinita. Sara
lunedì 26 dicembre 2011
Cancellare amici da Facebook: perché lo facciamo?
Una ricerca ha analizzato quali sono le ragioni che spingono
gli utenti di Facebook ad accettare le richieste di amicizia e a
eliminare amici che non sono più graditi. Secondo il sondaggio
della NM Incite, basato su un campione di 1.800 utenti, l’82%
delle personeaccetta amicizie da persone che conoscono
nella vita reale e il 60% entra in contatto con amici comuni,
mentre l’8% sceglie i suoi contatti in base a quanto sono
fisicamente attraenti. Inoltre il 7% diventa amico delle persone
solo per aumentare il numero dei suoi contatti, il 7% ha dichiarato che
“accetta tutte le richieste” e un altro 7% sceglie se accettare o
meno sulla base della “qualità della foto”.
Le due motivazioni principali che possono spingere una persona a
cancellare un amico da Facebook sono invece “commenti offensivi”
e la mancanza di conoscenza. Come scrive l’Huffington Post, le persone
sono disturbate dalla natura dei contenuti condivisi dai loro amici,
piuttosto che dalla loro frequenza. Il 23% ha dichiarato di avere cancellato
degli amici per i “commenti deprimenti” e il 14% per i “commenti politici”,
mentre solo il 6% lo ha fatto in quanto qualcuno postava messaggi con
eccessiva frequenza.
Da una precedente ricerca di Pew Internet and American Life Project era
emerso inoltre che in media un utente di Facebook ha229 amici, con l’89%
dei quali si è incontrato per almeno una volta nella vita reale, mentre con il 7%
non si è mai trovato faccia a faccia. In media un utente di Facebook è in contatto
con 56 amici delle scuole superiori, 30 dell’università e 15 colleghi o ex colleghi.
E anche se a nessuno piace perdere un amico, l’abitudine di cancellare gli
amici da Facebook è diventata sempre più diffusa parallelamente all’impennata
della base dei suoi utenti.
Scoperta la misteriosa origine delle pietre di Stonhenge
Da dove arrivano le gigantesche (e misteriose) pietre che costituiscono il sito di
Stonehenge? Per migliaia di anni la risposta è stata avvolta nel mistero e oggetto
di dibattiti interminabili.
Ora, però, un gruppo di geologi inglesi ha scoperto che il primo circolo di pietre
Ora, però, un gruppo di geologi inglesi ha scoperto che il primo circolo di pietre
di Stonhenge fu realizzato 5.000 anni fa con massi che provenivano dal sud ovest
del Galles, nei pressi di Pont Season, a centinaia di chilometri di distanza. È fino
ad oggi il luogo di provenienza più preciso mai individuato per i megaliti magici di Amesbury.
Fine del mistero. Questa scoperta chiuderà finalmente il dibattito tra gli appassionati
Fine del mistero. Questa scoperta chiuderà finalmente il dibattito tra gli appassionati
del luogo: le pietre sono state estratte e trasportate dall'uomo (o dagli alieni) o sono arrivate
nel Wiltshire trasportate da un ghiacciaio centinaia di migliaia di anni prima? Secondo
Robert Ixer dell'università di Leicester e Richard Bevins del National Museum of Wales
gli enormi megaliti furono trasportati per 250 chilometri, molto probabilmente con imbarcazioni.
E questa tesi conferma le ipotesi secondo cui il tempio megalitico era qualcosa di più di un
osservatorio astronomico. Era il ritrovo per occasioni solenni e magiche: riti propiziatori,
offerte alle divinità, solstizi ed equinozi (come quello di stanotte, che al tempo erano
considerati momenti sacri dell'anno). Se non fosse stato così importante, che senso avrebbe
avuto trasportare le pietre così da lontano, quando nella zona c'erano pietre altrettanto
utilizzabili e più comode da trasportare?
Questione di pietre. I due geologi hanno studiato la particolare conformazione delle
Questione di pietre. I due geologi hanno studiato la particolare conformazione delle
pietre di Stonhenge confrontandole con alcuni siti minerari precisi: nel 99% dei campioni
prelevati dai megaliti hanno trovato una perfetta corrispondenza con i rioliti presenti a
Craig Rhos-y-felin, nella contra di Pembrokeshire.
Scoperta una proteina che aiuta il cervello a formare i ricordi duraturi nel tempo
Una equipe di scienziati è riuscita a scoperta una proteina definita amica della memoria.
Secondo i ricercatori, aiuterebbe il cervello a formare ricordi duraturi nel tempo dopo
aver vissuto una particolare esperienza. Si chiama Npas4 ed è stata identificata nei topi
dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, che la descrivono
in un articolo su Science.
La proteina Npas4 gioca un ruolo fondamentale in una particolare regione del cervello,
l'area “CA3” dell'ippocampo, dove ha sede la cosiddetta memoria "contestuale".
Questa è fatta di ricordi a lungo termine che nascono da un'esperienza appena vissuta,
proprio come quelli che aiutano un topo di laboratorio a ricordare come scappare da un
labirinto dopo averne trovato la via di fuga.
Grazie a una serie di esperimenti condotti su roditori geneticamente modificati,
Grazie a una serie di esperimenti condotti su roditori geneticamente modificati,
i ricercatori hanno scoperto che Npas4 è il primo interruttore che accende a cascata
molti geni nel Dna, primi fra tutti i geni “ad espressione rapida” (IEGs, Immediate Early Genes)
che sono necessari per questa particolare forma di apprendimento. Per dimostrarlo,
è stato sufficiente spegnere l'interruttore Npas4 in modo artificiale: i roditori privi di
questa proteina sono infatti smemorati, ma sono anche capaci di riacquistare la loro
memoria contestuale una volta riattivato l'interruttore.
martedì 13 dicembre 2011
Angelo o Diavolo?
Ci vuole poco ad apparire buone...
ma non tutti gli angeli meritano le ali
Spesso è proprio colei o colui che non le ha
a meritarle davvero!
lunedì 12 dicembre 2011
lunedì 5 dicembre 2011
L'anti-regalo: come non fare il regalo di Natale
Come non fare regali (le alternative) e fare comunque
bella figura ovvero l’arte dello slalom, dell’arrampicata
sugli specchi o, meglio ancora, della creatività, dell’inventiva,
dell’improvvisazione.
Ci siamo è arrivato Natale. Potete fare finta di nulla sino
al 23 sera, o al 24 mattina. Ma se il 24 pomeriggio sotto
il vostro albero c’è il deserto dei tartari, avete un problema
da risolvere. Come fare, dunque, a non acquistare regali e
uscirne con il sorriso sulle labbra?Mai come quest’anno ci
viene d’aiuto la crisi, la scusa è ottima e neppure troppo pindarica.
Ma in quanto a sorrisi, si rischia di gettare il non-destinatario
del vostro regalo, già deluso dal vuoto tra le vostre mani, in
uno sconforto assai poco natalizio.
Accantoniamo ogni tristezza, e cerchiamo quindi di cavarcela con stile.
Con qualche giorno di anticipo si può organizzare un bel
“Happy-Baratto-Christmas Day”, e decidere con gli amici
di festeggiare il Natale barattando ciò che si già si ha.
Si potrebbe ad esempio mettere in comune una serie di oggetti -
magari fissando degli standard generali di decoro, onde evitare
terribili cadute trash e rompere definitivamente con amici di
storici proprio il giorno di Natale- per rispolverare la cara vecchia pesca.
Chi è fortunato pescherà una bella borsa vintage, e gli sfortunati.. affari loro.
Questo tipo di soluzione presenta innumerevoli vantaggi:
- Primo, vi asterrete dal frequentare tutti quei posti
(vedi alla voce centri commerciali) che prima di Natale rischiano
di nuocere gravemente alla salute di chiunque: il beneficio vostro
e della collettività è assicurato, poiché anche grazie a voi le code
alla cassa saranno più snelle.
- Secondo, vi risparmierete interminabili momenti passati a
decidere cosa regalare al nonno, alla zia, al cognato, all’amico.
- Terzo, non spenderete 1 euro.
- Quarto, avrete un’eccellente opportunità di liberare spazio a casa.
- Quinto, se manterrete un minimo di dignità nella cernita degli oggetti
da regalare, (un libro che avete amato, un cd ascoltato e riascoltato,
quella vecchia borsa che la vostra amica ha sempre guardato con invidia)
rischiate persino di far felice qualcuno.
Non è detto però che tutto il male venga per nuocere: se il rischio
è il vostro mestiere potete infatti spingervi all’estremo e organizzare
un bel “Trash-Baratto-Christmas Day”, legittimando lo scambio
di terribili regali di recupero e mettendo al bando ogni buon gusto.
Allora ben vengano vecchi scialli della nonna, polverosi inutili souvenir,
scarpe spaiate e quanto di più orrido vi siete ostinati a tenere nell’armadio
ignorandone la più elementare buona ragione. Il vantaggio di questa
soluzione è che tutti saranno pronti al peggio e nessuno, ma proprio
nessuno meno-che-mai-vostra-suocera avrà nulla da ridire.
In alternativa, un’idea in controtendenza con il regalo acquistato,
preconfezionato, è quella di realizzare qualcosa con le vostre mani.
In questo caso potrete proporre un bel “Home-made-Christmas Day”,
per dare libero sfogo alla vostra creatività.
Sicuramente questa è un’opzione buona per chi ha un certo tipo di
abilità (chi sappia disegnare, dipingere, scattare foto) e un po’ meno
per chi non è portato ai lavori manuali, per chi non ha fantasia, per chi
insomma trova maggior creatività nel gesto di strisciare la carta di credito.
Se credete di appartenere a quest’ultima categoria, ma comunque
volete provarci, la chiave di presentazione agli amici della vostra
nuova trovata è questa: “Guarda cosa ho fatto anche se non ne sono capace”.
Chi, in pieno spirito natalizio, può resistere a questo genere di tenero
sforzo creativo senza sentirsi un orrido mostro privo di cuore?
Maria Costanza Valeriani
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