martedì 12 luglio 2011

Bari, bimba viveva come un cane: nessun reato Il pm che si occupa del caso di Lucrezia, che mangiava dalla ciotola del cane e non parla, ha chiesto l'archiviazione


Quando l'hanno trovata, Lucrezia aveva sette anni e non parlava. Abbaiava. Era cresciuta a Bari, insieme al suo cagnolino, rinchiusa in un armadio: mangiavano dalla stessa ciotola. Lì dentro, tra escrementi e rifiuti, l'avevano trovata i carabinieri, dopo che i genitori - lui disoccupato invalido civile, lei con gravi disturbi psichici - ne avevano denunciato la scomparsa. La storia risale al 21 ottobre 2009, ma ora il pm Angela Morea ha deciso di archiviare l'inchiesta.
Perché Lucrezia, ora 9 anni, non parla, e non può raccontare cosa le è successo. E così, secondo il pm, mancano le prove, gli indagati e i capi di imputazione. E il caso di Lucrezia, che vive in una casa famiglia e forse ha subito violenza, perché davanti agli assistenti sociali ha cominciato a mimare atti sessuali, rischia di arenarsi. Ora il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, vuole fare luce e oggi stseso convocherà la collega per un chiarimento.
«Non è un atto di disconoscimento del lavoro del pm», hanno specificato dalla Procura. «Solo la volontà di avere dei chiarimenti su un caso tanto delicato». Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori ha chiesto l'intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Il caso non può venire archiviato, anche se per il pm si è trattato di un percorso obbligato».

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